Documento Politico Lazio Pride 2023

L’8 Luglio il Lazio Pride torna a Latina

Pride Libera Tutt!

Rivendichiamo la lotta per il riconoscimento di tutte le persone lesbiche, gay, bisex, trans, intersessuali, delle soggettività non binarie e gender non conforming.

E per la prima volta sfileremo per le strade della nostra città.

In questi ultimi 7 anni abbiamo raccolto la sfida di contesti troppo spesso lasciati in silenzio, di voci con cui abbiamo costruito percorsi di lotta contro tutte le discriminazioni. Abbiamo incontrato i territori della provincia del Lazio, per dare voce a chi per troppo tempo è rimasto ai margini, dentro un isolamento sociale e culturale che non possiamo più lasciare inascoltato.

Vivere all’interno di un contesto provinciale spesso giudicante e legato ad una visione esclusiva e patriarcale di sessualità e famiglia, si traduce in una rinuncia forzata a nominarsi, dirsi ed uscire fuori. Talvolta si traduce nella scelta forzata di andare a vivere altrove.

Conosciamo le situazioni di profonda solitudine e marginalità che quotidianamente spezzano i sogni di ragazz!, che rivelano malessere e un profondo senso di inadeguatezza che costituiscono la più grande evidenza di un abbandono, quello della società, della politica e delle istituzioni, a tutti i livelli.

 Per questo ritornare a Latina assume un significato importante: non solo ci pone in continuità con l’Onda Pride, ma ci consente di dare voce ad una comunità troppo spesso invisibilizzata.

Dove la paura e il pregiudizio alimentano episodi di violenza e discriminazione omolesbobitransfobico, c’e bisogno di tornare.

Il “Pride libera tutt!”

Lo slogan: Pride libera tutt!

Il Pride attraverserà i luoghi simbolici della nostra città; ci riapproprieremo di monumenti, luoghi storici, di aggregazione sociale e culturale, perché appartengono a tutte le persone che li attraversano: le nostre identità esistono, sono plurali e non invisibili.

Amore: libertà dei corpi, sessualità libera e consapevole,

decostruzione delle relazioni. Diciamo no al possesso, sì al consenso.

Identità: libertà di definirsi

Attraversiamo i generi. La biologia non è un destino diciamo no al binarismo, sì all’autodeterminazione.

Diritti: libertà di rivendicare  e pretendere pari diritti e dignità davanti alla legge. Dal matrimonio egualitario, alla riforma della 164, dal riconoscimento alla nascita delle figlie e dei figli delle famiglie omogenitoriali alla carriera alias, da una legge efficace contro l’omotransbifobia ad una legge contro le mutilazioni genitali  de! bambin! intersessuali, da una legge contro le terapie di conversione all’accoglienza dei migranti della comunità arcobaleno. Difendiamo i diritti acquisiti dalle lotte di chi ci ha preceduto, consapevoli di non poter abbassare la guardia. Diciamo no a cittadine e cittadini di serie B, sì all’uguaglianza dei diritti.

Lotta: libertà di manifestare, di mostrarsi, di essere. Uniamo le lotte, da quella femminista e transfemminista a quella delle donne iraniane e di tutte le donne che lottano contro l’oppressione, da quella antifascista a quella del diritto  all’abitare, ad emigrare, da quella ambientale a quella studentesca. La lotta o è intersezionale o non può essere definita tale.

La visibilità è lotta quotidiana. Le persone della comunità arcobaleno a Latina esistono e resistono quotidianamente e per questo l’8 luglio ci troverete  per le strade della città con i nostri vissuti, i nostri colori, i nostri corpi.

 Per urlare a gran voce che vogliamo una città che si-cura di tutte le persone che la abitano, capace di riconoscere e valorizzare le diversità, attraverso percorsi culturali e politici che abbiamo iniziato a costruire con tutte quelle le realtà di questo territorio che si riconoscono nella lotta per il  riconoscimento di tutte le soggettività.

 

 Cosa vogliamo

 

La comunità arcobaleno del Lazio è una delle più numerose in questo paese. Siamo orgogliosamente lesbiche, gay, bisex, trans, intersex, gender non conforming e soggettività non binarie, ma anche eterosessuali che sostengono la causa LGBTQIA+.  Siamo sieropositiv! e siero coinvolt!, siamo genitori arcobaleno e figl! di genitori LGBTQIA+. Siamo persone che lottano da anni per vedere riconosciute le proprie relazioni affettive. Siamo giovan! che resistono anche nelle province dove ancora c’è tanto lavoro e tanto da spendersi  per costruire una società libera dall’oppressione. Siamo sex worker.

A 7 anni di distanza dall’ottenimento della legge sulle unioni civili, chiediamo che venga riconosciuto il matrimonio egualitario, come già accaduto in molti paesi europei ed extraeuropei. Lottiamo contro il fascismo e ogni regime totalitario. Siamo antirazzist! Siamo laici e laiche e ci spendiamo ogni giorno contro sessismo e misoginia.

I casi di violenza, fisica e verbale, di matrice omolesbobitransfobica sono in aumento, soprattutto tra i giovani. L’ultimo rapporto pubblicato da Ilga Europe relega l’Italia, ancora una volta, agli ultimi posti tra i Paesi che hanno adottato misure di contrasto ai crimini d’odio nei confronti delle persone arcobaleno. Un dato allarmante e sconfortante per un paese democratico, che non possiamo più permetterci di sottovalutare. Educare al rispetto delle differenze è lottare contro l’eteronormatività dominante, che alimenta pregiudizi e stereotipi, soprattutto verso le nuove generazioni.

Lo vediamo quotidianamente, anche attraverso l’impegno costante nelle scuole, dove il nostro attivismo, si fa strada non senza difficoltà. Ma non è abbastanza.

Chiediamo che venga emanata una legge che contrasti  l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia, la bifobia. Una legge che dica no all’odio contro le persone arcobaleno, un odio che non è un’opinione e che invece è sistemico; una legge che sostenga le vittime e che aiuti a prevenire e contrastare l’omolesbobitransfobia. Una legge per le persone e non un ostaggio della politica che plaude al suo affossamento.

 Il tempo in cui viviamo non ammette più alcun rinvio, perché l’odio corre veloce non solo nella società ma anche sul web. Nessun compromesso è più accettabile.

C’è poi la paura del coming out. Il prezzo è ancora troppo alto: allontanamento dalla famiglia, perdita del lavoro, degli amici. Il coming out deve essere una scelta: quella di condurre la propria vita alla luce del sole. E noi vogliamo vivere tutti i colori della felicità. Abbattiamo i pregiudizi che negano alle persone transgender, gender nonconforming, non binarie, il diritto a un’esistenza libera da discriminazioni, stigma e pregiudizio. Essere trans non è una malattia, non lo è mai stato. Chiediamo la semplificazione del percorso di affermazione  genere e la piena depatologizzazione dell’esperienza trans come previsto a livello internazionale. Diciamo no a percorsi di medicalizzazione forzata e chiediamo la garanzia e la tutela dell’accesso al lavoro, il contrasto dello stereotipo negativo e dell’informazione distorta proposta dai media; chiediamo che venga estesa alle scuole secondarie e alle università la carriera “Alias” per le persone transgender e non binarie.

 Libertà è rispetto dei corpi. Poniamo fine alle violenze agite sulle persone intersessuali, costrette a subire interventi invasivi fin dalla tenera età; la persone deve essere libere di autodeterminarsi affinché la sua natura non sia limitata dall’imposizione di un concetto repressivo quale è il binarismo di genere.

Chiediamo che  le persone ‘sex workers’ siano libere di decidere per sè stesse; senza mettere in alcun modo in discussione il contrasto netto ad ogni forma di tratta, sfruttamento e schiavitù. Rifuggiamo l’atteggiamento paternalistico che sovrappone necessariamente le vittime di tratta e le persone sex workers che si autodeterminano. Pretendiamo il contrasto di ogni forma di illegalità ma, allo stesso modo, chiediamo diritti, tutele e autodeterminazione piena per chi sceglie il sex work.

Vogliamo l’attivazione di campagne di informazione circa le infezioni a trasmissione sessuale anche nelle scuole, partendo da una educazione socio-sessuo-affettiva che punti al superamento dello stigma sociale che colpisce le persone in HIV o in AIDS. Percorsi di formazione e sensibilizzazione rivolti al personale medico e paramedico sul rapporto medico-paziente quando il loro lavoro incontra le persone arcobaleno. Tale percorso di formazione e sensibilizzazione è consigliato anche a professionist! della salute mentale (counselor, psicolog!).

Chiediamo una maggiore presenza di presidi per effettuare il test dell’HIV, per gli/le adolescent!, oggi in balia di una scarsa educazione sulle tematiche inerenti le Infezioni Sessualmente Trasmissibili (IST), frutto di una sottocultura promossa da uno stato sociale inefficiente e troppo spesso assente.

La Prep oggi è finalmente gratuita ma vigileremo affinché la regione Lazio rispetti l’applicazione della determina 349/2023.

Il movimento delle donne ha attraversato ogni contesto sociale; una rivoluzione culturale che ha permesso di sceglierci ogni giorno, così come siamo, contrastando i limiti imposti dal patriarcato. Oggi assistiamo a un attacco costante alla dignità delle donne, ai loro vissuti. Forme di etero sessismo si legano a una cultura che vuole la donna relegata al ruolo di cura. Madre e simbolo del focolare domestico. Contro la cultura del patriarcato e una visione dell’universo femminile come ancella del capitale maschile, dobbiamo difendere la scelta consapevole che le donne portano con loro stesse quando decidono di ricorrere all’aborto e quando compiono scelte che ne autodeterminano i percorsi. Ci troviamo di fronte ad una destra che vuole impedire il ricorso all’IVG, un fatto che impone la difesa della legge 194, come il diritto a ricorrere ad una libera contraccezione, quando, invece, dovremmo lottare per il suo superamento,  rispetto alla necessità di garantire l’aborto libero, gratuito e sicuro per tutt!. L’obiezione di coscienza è pratica ancora troppo diffusa: per questo chiediamo che venga istituito un monitoraggio costante e apposite linee guida perché l’accesso all’Ivg rimanga libero e gratuito e non ostaggio di improvvide scelte legislative. Lotteremo affinché nessun finanziamento pubblico venga devoluto ai gruppi, ai movimenti e alle associazioni no-choice che, di fatto, impediscono spesso l’IVG nelle strutture pubbliche.

 Non un passo indietro sulle conquiste ottenute dal femminismo, una parola che oggi è sempre più plurale, intersezionale. Le differenze vanno nominate e attraversate.

Siamo transfemminist!

 Assumiamo la lotta contro la violenza sulle donne come fossimo un unico corpo. Mai sole! Saremo sempre al fianco dei centri antiviolenza nel chiedere senza sosta l’attuazione di politiche adeguate per il contrasto alla violenza di genere. Chiediamo una legge sul consenso sessuale, perché solo Sì è Sì!

Ci spendiamo ogni giorno per un’accoglienza diffusa, che si traduce con il mutualismo e saremo sempre dalla parte di chi fugge dalle guerre e da condizioni di povertà. Siamo migranti LGBTQIA+ che rischiano ogni giorno la propria vita per colpa di uno Stato sociale assente; siamo persone razzializzate che hanno una storia. Sovvertiamo i piani di chi ancora oggi ci riconosce come cittadini e cittadine di serie B, di chi crede che la normalità risieda nella cultura della sopraffazione, dell’odio. Chiediamo un impegno per la tutela delle persone migranti della comunità arcobaleno in fuga da Paesi dove rischiano la vita per il proprio orientamento sessuale o la propria identità di genere. Migrare non è un reato, è un fenomeno sociale e umano, e come tale va riconosciuto. Per questo occorre smantellare il sistema di gestione del fenomeno migratorio fondato sulla criminalizzazione dei corpi razzializzati.

Uno stato che si professa laico è uno stato che non lascia indietro nessun! Laicità è rispetto delle differenze e dei principi di uguaglianza e non discriminazione.

Serve una nuova legge sulla cittadinanza, perché chi nasce in Italia deve essere cittadin! con pieno riconoscimento e pieni diritti.

Non esiste una ed una sola famiglia, esistono LE famiglie. Chiediamo che i nostri figli e le nostre figlie , presenti e futuri, vengano tutelat! da uno Stato che li riconosca. I percorsi di genitorialità sono plurali e devono mantenere al centro la tutela di tutte le persone coinvolte. La gestazione per altr! richiede una riflessione lontana da pregiudizi che la rendono ostaggio di ideologie. E’ una scelta consapevole e complessa che interroga le coscienze, nel rispetto del corpo delle donne e contro ogni forma di sfruttamento. È necessaria una riforma della legge 40; l’accesso alle tecniche di PMA deve essere consentito a tutte le donne. Alle donne single e alle coppie lesbiche.

Chiediamo a gran voce l’adozione piena per tutt!. Anche per  le persone single.

Chiediamo che la genitorialità non diventi un manifesto politico, ma una scelta che rispetti la parte del mondo che vogliamo rappresentare: contro il rafforzamento di una visione globalizzata a tutti i costi.

  • Riteniamo fondamentale “l’adozione piena e legittimante” per i bambini e le bambine che già vivono in una famiglia con due genitori dello stesso sesso, e che consenta il riconoscimento alla nascita da parte di entrambi i genitori. Servono processi più snelli per l’adozione per garantire l’imparzialità e l’interesse del minor!, indipendentemente dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere delle persone richiedenti insieme a leggi che permettano il riconoscimento delle famiglie arcobaleno, sia per nascita sia per adozione, senza necessità di matrimonio o di unione civile.

Le persone con disabilità devono percepirsi ed essere percepite non più come bisognose di assistenzialismo,  cure mediche e protezione sociale, ma espressione di diritti, capaci di prendere decisioni per la propria vita basate sul consenso libero e informato, e di essere parte attiva della società. Per fare questo serve anche una legge nazionale che le difenda dai crescenti fenomeni di abilismo. Vincere  il tabu’ della sessualità delle persone disabili, significa porsi nella dimensione di un ascolto attento  e capace di dare significato al tema dell’assistenza sessuale, che non deve essere una concessione, ma un riconoscimento della dignità della persona.

Dobbiamo sostenere anche le seconde generazioni di famiglie straniere che spesso trovano nella cultura familiare e dei propri Paesi d’origine un ostacolo alla piena realizzazione di sé anche in termini di libertà nel proprio orientamento sessuale e/o identità di genere. Per loro spesso le associazioni sono un porto sicuro nel quale rifugiarsi.

Case rifugio: Le persone arcobaleno ancora oggi subiscono violenza istituzionale, dalla magistratura, dalle forze dell’ordine, dai consulenti tecnici d’ufficio, e in tutti i luoghi dove persistono pregiudizi e stereotipi di genere.  Tra le criticità pesa la formazione inadeguata che non  permette di riconoscere la violenza e di distinguerla dal conflitto. Vogliamo spazi sicuri e  chiediamo il rafforzamento e la garanzia dei centri antidiscriminazione e delle case rifugio presenti sul territorio nazionale, affinché le persone LGBTQIA+ abbiano a disposizione tutele, spazi di prevenzione e contrasto all’omolesbotransbifobia e accesso ai servizi essenziali.

Vogliamo che lo sport sia inclusivo per tutt! senza discriminazioni o barriere. Per questo chiediamo che a livello agonistico e non, vengano abolite le distinzioni che tengono conto esclusivamente del rigido binarismo di genere che non permette alle persone trans, non binay e gender non conforming di poter accedere alle competizioni. Chiediamo spazi sicuri e inclusivi per tutte le soggettività.

Chiediamo maggiori tutele per le persone LGBTQIA+ in stato di privazione della libertà personale. In particolare per le persone trans, non binarie e gender non conforming, che vivono la discriminazione aggiuntiva di non essere riconosciut! Servono spazi e luoghi adeguati in ogni istituto di detenzione capaci di assicurare il pieno rispetto del corpo, dell’identità e dell’orientamento sessuale.

Siamo e saremo sempre dalla parte di chi soffre. No alla guerra, sì alla pace. No alle armi, sì al welfare.

Con questo spirito lanciamo il Lazio Pride 2023 a Latina.

 Un grande momento di visibilità collettiva per la battaglia di tutt! verso il raggiungimento della parità dei diritti, delle libertà, delle opportunità. Attraverso la visibilità e la resistenza dei nostri corpi, delle nostre identità, delle nostre storie e della dignità di ognun! di noi, vogliamo costruire una provincia per le persone arcobaleno aprire un percorso di confronto e incontro fra tutte le soggettività presenti sul territorio.

Chiediamo alle associazioni, ai movimenti, ai collettivi, ai sindacati, alla rete degli studenti, alle forze politiche ed in generale a tutti e tutte di aderire al Lazio Pride a Latina e rilanciare l’impegno per una società più giusta e più equa, dove nessuno si senta esclus!

Perché il Pride fa bene a tutta la società e non solo alla comunità arcobaleno.

Il Pride Libera Tutt!