Il 25 Giugno il Lazio Pride arriverà ad Albano Laziale
A 50 anni dalla prima manifestazione per i diritti delle persone Lgbt+ in Italia, che ebbe luogo a Sanremo nel 1972, rivendichiamo la lotta per il riconoscimento di tutte le persone lesbiche, gay, bisex, trans, intersessuali, delle soggettività non binarie e gender non conforming. Non scenderemo in piazza per la nostalgia di una storia già scritta, ma nella consapevolezza di voler continuare a lottare perché a ognuna o ognuno di noi sia riconosciuta la sua umanità, il suo diritto di esistenza.
A Sanremo per esistere, ad Albano per resistere.
In questi ultimi 6 anni abbiamo incontrato i territori della provincia del Lazio, per dare voce a chi per troppo tempo è rimasto ai margini, dentro un isolamento sociale e culturale che non possiamo più lasciare inascoltato. Abbiamo raccolto la sfida di contesti troppo spesso lasciati in silenzio, di voci con cui abbiamo costruito percorsi di lotta contro tutte le discriminazioni.
Vivere all’interno di un contesto provinciale chiuso, bigotto, giudicante e legato ad una obsoleta ed esclusiva visione di sessualità e famiglia di stampo patriarcale, equivale troppo spesso a rinunciare a nominarsi, dirsi ed uscire fuori.
Conosciamo le situazioni di profonda solitudine e marginalità che quotidianamente spezzano i sogni di ragazzi e ragazze, che rivelano malessere e un profondo senso di inadeguatezza.
Solitudine e marginalità costituiscono la più grande evidenza di un abbandono, quello della società, della politica e delle istituzioni, a tutti i livelli.
Per questo decidere di organizzare un Pride ad Albano è una sfida che si pone in continuità con l’Onda Pride: dare attenzione alle realtà locali, dove l’omolesbobitransfobia è più visibile e dove la paura e il pregiudizio alimentano episodi di violenza e discriminazione.
Lo slogan: il Pride de li Castelli
Lazio Pride ha adottato questo slogan ponendo attenzione alle specificità del territorio di Albano e dei Castelli romani. Luogo e crovevia di culture, integrazione e storia. Territorio attraversato dal vissuto politico e culturale di Maria Silvia Spolato, prima donna lesbica in Italia ad aver ha reso pubblico il suo coming out. Ostracizzata e per questo costretta a lasciare il suo lavoro di insegnante. Massimo Consoli, storico attivista figura di riferimento del movimento omosessuale di liberazione italiano, anch’egli originario dei Castelli.
Il nostro orgoglio passa dalla visibilità che è l’elemento centrale di questo Pride. Le persone LGBTI+ ad Albano esistono e resistono quotidianamente e per questo il 25 Giugno la città con le nostre storie e i nostri colori, i nostri corpi.
Per urlare a gran voce che vogliamo una città inclusiva e sicura per tutti e tutte, capace di accogliere, riconoscere e valorizzare le diversità, attraverso percorsi culturali e politici da costruire con le realtà del territorio che vorranno sostenere il Lazio Pride, mostrando sensibilità per la lotta verso l’uguaglianza.
Cosa vogliamo
La popolazione LGBTI+ del Lazio è una delle più numerose in questo paese. Siamo orgogliosamente lesbiche, gay, bisex, trans, intersex, gender non conforming e soggettività non binarie, ma anche eterosessuali che sostengono la causa LGBTI+. Siamo sieropositivi/e e siero coinvolti/e, siamo genitori LGBTI+ e figli di genitori LGBTI+. Siamo persone che lottano da anni per vedere riconosciute le proprie relazioni affettive. A 6 anni di distanza dall’ottenimento della legge sulle unioni civili, chiediamo che venga riconosciuto il matrimonio egualitario, come già accaduto in molti paesi europei ed extraeuropei. Lottiamo contro il fascismo e ogni regime totalitario. Siamo antirazzisti e antirazziste. Siamo laici e laiche e combattiamo ogni giorno contro sessismo e misoginia.
I casi di violenza, fisica e verbale, di matrice omolesbobitransfobica sono in aumento, soprattutto tra i giovani. L’ultimo rapporto pubblicato da Ilga Europe relega l’italia ancora una volta, agli ultimi posti tra i paesi che hanno adottato misure di contrasto ai crimini d’odio nei confronti delle persone LGBTI+. Un dato allarmante e sconfortante per un paese democratico, che non possiamo più permetterci di sottovalutare. Educare al rispetto delle differenze è lottare contro l’eteronormatività dominante, che alimenta pregiudizio e stereotipi. Lo vediamo quotidianamente, anche attraverso l’impegno costante nelle scuole, dove il nostro attivismo, si fa strada non senza difficoltà. Ma non è abbastanza.
Chiediamo che venga emanata una legge che contrasti relamente l’omofobia, la lesbofobia, la transfobia, la bifobia. Una legge che dica no all’odio contro le persone Lgbti+, un odio che non è un’opinione; una legge che sostenga le vittime e che aiuti a prevenire e contrastate l’omolesbobitransfobia. Una legge per le persone e non un ostaggio della politica che plaude al suo affossamento.
Il tempo in cui viviamo non ammette più alcun rinvio, perché l’odio corre veloce non solo nella società ma anche sul web. Nessun compromesso è più accettabile.
C’è poi la paura del coming out. Il prezzo è ancora troppo alto: perdita della famiglia, perdita del lavoro, perdita degli amici. Il coming out deve essere una scelta: quella di condurre la propria vita alla luce del sole. E noi vogliamo vivere tutti i colori della felicità. Abbattiamo i pregiudizi che negano alle persone transessuali e transgender un’esistenza serena e dignitosa. Impegniamoci per liberare le persone trans dallo stigma e dal pregiudizio. Essere trans non è una malattia. Chiediamo la semplificazione del procedimento di rettifica di attribuzione anagrafica di genere prima e oltre l’intervento chirurgico di riassegnazione dei caratteri sessuali. Diciamo no a percorsi di medicalizzazione forzata e chiediamo la garanzia e la tutela dell’accesso al lavoro, il contrasto dello stereotipo negativo e dell’informazione distorta proposta dai media; chiediamo che venga estesa a tutte le università l’uso del doppio libretto (carriera “Alias”) per le persone transgender, nel rispetto della privacy e per la difesa da molestie morali già in fase di immatricolazione.
Libertà è rispetto dei corpi. Poniamo fine alle violenze agite sulle persone intersessuali, costrette a subire interventi invasivi fin dalla tenera età; l’individuo deve essere libero di autodeterminarsi affinchè la sua natura non sia limitata dall’imposizione di un concetto repressivo quale è il binarismo di genere.
Vogliamo l’attivazione di campagne di informazione sulle infezioni da HIV e a trasmissione sessuale anche nelle scuole, nonché sul superamento dello stigma sociale che colpisce le persone in HIV o in AIDS. Percorsi di formazione e sensibilizzazione rivolti al personale medico e paramedico sul rapporto medico-paziente quando il loro lavoro incontra le persone LGBTI+ Chiediamo la promozione di presidi per effettuare il test dell’HIV, per gli/le adolescenti, oggi in balia di una scarsa educazione sulle tematiche inerenti le Malattie Sessualmente Trasmissibili, frutto di una sottocultura promossa da uno stato sociale inefficiente e troppo spesso assente. Riteniamo che sia indispensabile migliorare l’assistenza alle persone che vivono in condizione di AIDS, soprattutto dal punto di vista domiciliare e degli altri servizi sociali.
Il movimento delle donne ha attraversato ogni contesto sociale; una rivoluzione culturale che ha permesso di sceglierci ogni giorno, così come siamo, contrastando i limiti imposti dal patriarcato. Oggi assistiamo a un attacco costante alla dignità delle donne, ai loro vissuti. Forme di etero sessismo si legano a una cultura che vuole la donna relegata al ruolo di cura. Madre e simbolo del focolare domestico. Contro la cultura del patriarcato e una visione dell’universo femminile come ancella del capitale maschile, dobbiamo difendere la scelta consapevole che le donne portano con loro stesse quando decidono di ricorrere all’aborto e quando compiono scelte che ne autodeterminano i percorsi. La legge 194 va difesa, così come va difeso il diritto al ricorso ad una contraccezione libera. Non un passo indietro sulle conquiste ottenute dal femminismo, una parola che oggi si è fatta plurale, intersezionale e che non deve avere paura di confrontarsi su posizionamenti differenti. Le differenze vanno nominate e attraversate.
Assumiamo la lotta contro la violenza sulle donne come fossimo un unico corpo. Mai più sole! Saremo sempre al fianco dei centri antiviolenza nel chiedere senza sosta politiche di sostegno per le donne che subiscono violenza e per i loro figli, vittime anche loro di una società inadeguata a contrastare misoginia e sessismo. Crediamo nell’accoglienza e nell’aiuto tra i popoli. E saremo sempre dalla parte di chi fugge dalle guerre, per una società basata sull’accoglienza che rifugge la paura del migrante.
Le nostre mani sono il coraggio che serve per aiutare chi rischia la propria vita anche a causa dell’orientamento sessuale e della propria identità di genere. Sovvertiamo i piani di chi ancora oggi ci riconosce come cittadini e cittadine di serie B, di chi crede che la normalità risieda nella cultura della sopraffazione, dell’odio.
Non esiste una ed una sola famiglia, ci sono famiglie basate sull’amore. Chiediamo che i nostri figli, presenti e futuri, vengano tutelati da uno Stato che non li riconosce. Chiediamo a gran voce l’adozione per tutte e per tutti. Chiediamo che la genitorialità non diventi un manifesto politico, ma una scelta che rispetti la parte del mondo che abbiamo scelto di rappresentare: contro il rafforzamento di una visione globalizzata a tutti i costi. Siamo e saremo sempre dalla parte di chi soffre. Non alla guerra si alla pace.
Con questo spirito lanciamo il Lazio Pride 2022 ad Albano.
Un grande momento di visibilità collettiva per la battaglia di tutti e tutte verso il raggiungimento della parità dei diritti. Attraverso la resistenza dei nostri corpi, delle nostre identità, delle nostre storie e della dignità di ognuna e ognuno di noi, vogliamo costruire una provincia accogliente per le persone LGBTI+ aprire un percorso di confronto e incontro fra tutte le soggettività presenti sul territorio dei castelli Romani. Chiediamo alle associazioni, ai movimenti ai collettivi, ai sindacati, alla rete degli studenti, alle forze politiche ed in generale a tutti e tutte di aderire al Lazio Pride ad Albano e rilanciare l’impegno per una società più giusta, dove si possa essere liberi ed uguali in diritti e possibilità.